Opporsi al Decreto IngiuntivoLegale

APPOGGIATI AI CONSULENTI REFINANX SU COME OPPORSI AD UN DECRETO INGIUNTIVO.

Il nostro ordinamento prevede l’opposizione a Decreto ingiuntivo da utilizzare quando si vuole contestare ed evitare il pagamento della somma pretesa.

Lopposizione a Decreto ingiuntivo è disciplinato dallarticolo 654 del Codice di Procedura Civile che ne stabilisce i tempi e i modi.

Modalità

L’opposizione, che va fatta tramite un avvocato, deve essere proposta avanti al Tribunale che ha emesso il decreto ingiuntivo entro e non oltre il termine di 40 giorni dalla notifica perché, in caso contrario, diventa un titolo esecutivo, che può consentire al creditore di procedere direttamente al recupero coattivo attraverso l’atto di precetto e il successivo pignoramento, che può riguardare lo stipendio, la pensione, i beni mobili posseduti, ma anche i beni immobili.

La fase successiva può consistere, dunque, nella messa all’asta del patrimonio immobiliare personale, alla confisca delle disponibilità liquide presso intermediari finanziari, fino ad arrivare addirittura al pignoramento dello stipendio o della pensione (nei limiti di legge: 1/5) a favore del creditore.

In ogni caso, se non ci si oppone il decreto ingiuntivo diventerà definitivo, alla pari di una sentenza di Cassazione; di fatto è un’ammissione di colpa dalla quale in un secondo tempo diventa davvero difficile riuscire a difendersi.

Purtroppo sempre più spesso molte persone ricevono decreti ingiuntivi e, magari erroneamente, ritengono opportuno di non opporvisi.

Niente di più sbagliato!

Se gli elementi ci sono è necessario opporsi!

Sintetizziamo alcune situazioni per le quali è stato notificato un decreto ingiuntivo: 

  • Per un finanziamento contratto per acquistare del mobilio oppure per cambiare l’auto, e che non si è più riusciti a pagare ;
  • Per una garanzia prestata (fidejussione), per un finanziamento contratto da un amico, da un genitore, ecc… e che, purtroppo, queste persone non sono riuscite a rimborsare totalmente all’ente finanziatore;
  • Per una fidejussione rilasciata ad una banca in qualità di socio a garanzia di affidamenti che la società aveva richiesto per sostenere la propria attività commerciale, artigianale e/o industriale.

Poniamo quindi il caso che ci opponiamo al decreto ingiuntivo sia in qualità di debitore diretto, che indiretto (garante di un debito altrui), possiamo sollevare molteplici e magari rilevanti eccezioni: dall’usura, all’anatocismo, alla nullità delle modifiche delle condizioni contrattuali (tasso, spese, commissioni) alla richiesta di nullità della fidejussione omnibus per violazione delle norme antitrust, ed altre ancora.

Nel caso si riscontrino illeciti nei rapporti bancari (fido in c/c, castelletto Sbf, Anticipo Fatture, ecc….) l’opposizione può essere sostenuta da una perizia di parte (CTP) e il Giudice, se la ritiene attendibile, è costretto a sospendere ogni attività del Decreto Ingiuntivo e nominare un CTU, ovvero un tecnico specializzato del Tribunale, per la verifica di quanto si sta affermando.

All’esito della causa di opposizione, sempre che, nel frattempo, non si sia riusciti a trovare un accordo con la banca, è possibile che il CTU accerti gli illeciti contestati dal cliente, riducendo comunque il vostro debito.

Pertanto, grazie alla raccolta di tutti questi dati, il sistema premia i clienti che dimostrano di essere affidabili, in modo tale che possano ottenere il finanziamento richiesto e, spesso, a condizioni migliori.

Sinteticamente i dati inseriti nel SIC producono un credit report, che non è altro che quel documento che contiene “la storia” dei rapporti creditizi del richiedente il credito. Una fotografia, quindi, dei servizi o prodotti finanziari attivati dall’interessato; fotografia che fornisce una rappresentazione in termini predittivi o probabilistici del profilo di rischio, dell’affidabilità o della puntualità nei pagamenti (c.d. score o scoring o rating).

Esiti

Il giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo può avere esiti diversi:

  • il giudice può accogliere la contestazionedel debitore e quindi revocare il decreto ingiuntivo impedendo l’esecuzione forzata;
  • il giudice dichiara esecutivo il decreto ingiuntivose l’opposizione è proposta oltre il termine di 40 giorni dalla notifica;
  • il giudice può accogliere l’opposizione parzialmente, in tal caso gli atti di esecuzione già compiuti restano validi nei limiti della somma riconosci

Oltre a quanto già in precedenza evidenziato, Il primo effetto dell’opposizione è guadagnare del tempo.

Va considerato che, per le cause dinanzi al tribunale, tra il momento in cui si invia la citazione e la prima udienza, devono trascorrere almeno 90 giorni. Inoltre, può anche capitare un rinvio d’ufficio della causa per ragioni interne al tribunale. Non è improbabile, quindi, che tra la data in cui si riceve il decreto e quella fissata per discutere l’opposizione, passino diversi mesi.

Questo periodo magari potrà servire, ad esempio, per ragionare sulla vicenda e raggiungere un accordo con il creditore.

Con l’opposizione, inoltre, è possibile chiedere la sospensione del decreto ingiuntivo, qualora fosse stato dichiarato provvisoriamente esecutivo (1).

Infine, non bisogna mai dimenticare che, con questa azione legale, si ha la possibilità di dimostrare che le ragioni del creditore possono essere in parte o del tutto illegittime.

Ad esempio, sarebbe possibile in tutti quei casi in cui la pretesa è basata su un contratto nullo o contenente delle clausole invalide, oppure sono presenti illeciti bancari quali l’anatocismo oppure l’usura, o variazioni contrattuali non accettate, ed altro ancora.

Con l’opposizione, quindi, c’è la possibilità di far revocare il decreto e di liberarsi parzialmente o totalmente dal debito.

Effetti

In alcune circostanze, il decreto ingiuntivo è provvisoriamente esecutivo.

Significa che è un decreto emesso da un giudice su richiesta di un creditore per intimare ad un debitore, un pagamento o la consegna di un bene, senza che il termine non sia subordinato al decorso di 40 giorni dalla ricezione del precetto.

Ciò può avvenire in quattro ipotesi principali, nell’ambito delle quali l’autorità giudiziaria può anche autorizzare l’esecuzione immediata senza rispettare il termine minimo previsto nell’atto di precetto:

  1. quando il credito si basa su una cambiale, su un assegno bancario, su un assegno circolare o su un certificato di liquidazione di borsa;
  2. quando il credito si basa su un atto ricevuto da notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato;
  3. quando si ritiene che, in caso di ritardo, si possa creare un grave danno: ad esempio, quando c’è il rischio che l’azione esecutiva si traduca in un nulla di fatto o che il debitore si disfi dei propri beni, sottraendoli alla garanzia del creditore;
  4. quando il ricorrente sia in possesso di una prova scritta, firmata dallo stesso debitore, da cui risulti il diritto fatto valere: si pensi a una promessa di pagamento, a un’ammissione di debito, a una richiesta di saldo e stralcio. Tutte ipotesi in cui, sostanzialmente, il debitore riconosce il proprio debito, dando maggiori garanzie e certezza all’esistenza del credito ingiunto e facendo presumere che non ci saranno contestazioni in futuro. In queste, come in altre ipotesi particolari, il creditore può utilizzare il decreto per avviare l’azione esecutiva. Lo può fare anche se il debitore propone l’opposizione ed impugna il provvedimento. In questa sede, però, il debitore potrebbe chiedere la sospensione della provvisoria esecutività del decreto.

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Raffaele C.
Raffaele, InfoSys Automotive Vehicles

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